Per una riflessione sulla grande “traversata del deserto” che i Verdi italiani si apprestano ad affrontare dopo la cocente sconfitta elettorale ed il percorso di rifondazione di questo partito ritengo utile cominciare dai valori di cui noi Verdi vogliamo essere portatori in politica. Il rispetto per la natura e la pratica della nonviolenza che hanno caratterizzato le origini dell’ecologismo politico, dell’etica e della prassi del movimento delle Liste Verdi, ci suggeriscono un modo di relazionarsi con gli altri, col mondo e con la politica diverso ed improntato alla cortesia ed alla gentilezza. La cortesia è la forma del rispetto. La gentilezza implica sincera empatia. Il primo valore rivoluzionario dei Verdi in politica, a mio parere, deve essere questo : LA CORTESIA.
Essere cortesi in politica significa dare dignità al nostro interlocutore e attraverso questo atto dare dignità alla nostra relazione con esso e col mondo.
La domanda che i Verdi pongono è : riusciremo, a salvare il pianeta e con esso l’umanità, la flora, la fauna, tutte le cose belle che ci ha dato il creato dalle immani minacce che incombono?
Questo gran da fare che mobilita le forze politiche, sociali ed economiche non ha senso se non preserva la stessa possibilità di esistenza della vita. Per questo i Verdi sono portatori di un messaggio assolutamente politico, qualcuno lo ha definito pre-politico, e riguarda la possibilità per il genere umano di non autodistruggersi.
Alla luce di quanto detto appare inadeguato l’asse destra/sinistra per collocare i Verdi. Certo il capitalismo senza regole è incompatibile con la cultura Verde, per il semplice fatto che è incompatibile con una società equa, efficiente, futuribile. Anzi la sostenibilità è la prima fonte di regole, la “norma fondamentale” che rende possibile l’esistenza di tutte le altre norme. Bisogna anche dire che se è vero che i Verdi non sono facilmente collocabili secondo lo schema destra/sinistra è altrettanto vero che sono alternativi alla vulgata liberista di cui la destra più retriva si fa interprete: tanto per essere chiari per noi ci sono valori più importanti della libertà di mercato, pur riconoscendo che la libertà di mercato è necessaria per la libertà ed il progresso dell’umanità. Per i Verdi la parola magica, il metro con cui misurare la legittimità di ogni azione è: compatibilità. Se è importante per la libertà dell’uomo la libertà di produrre e intraprendere, a nostro parere è ancora più importante che la produzione non distrugga l’uomo, non sia contro la natura e la vita. Siamo per promuovere una economia più solida ed efficiente di quella che propone fino ad ora il capitalismo. L’attuale organizzazione globale del sistema economico non è stata capace di approntare strumenti efficaci per tutelarci dall’autodistruzione e dal collasso della vita sulla terra. Il sistema produttivo consuma ogni giorno il suo capitale naturale e con esso la sua possibilità di investire sul futuro. I Verdi sono contro il liberismo cieco ma sono a favore dell’economia sostenibile, sostenibile dal punto di vista ambientale e dal punto di vista sociale. L’economia sostenibile sarà l’unica economia del futuro, ma già è parte dell’economia del presente. I Verdi saranno utili al sistema politico se sapranno con decisione e competenza promuovere la nascita di imprese sostenibili e consolidare le esperienze già in atto. La Business Ethics, tutti quei settori economici e quelle imprese che lavorano per migliorare l’efficienza e la produttività delle risorse, l’economia del rifiuto zero, l’agricoltura naturale, il turismo culturale, sono realtà a cui guardare col cuore pieno di speranza, i Verdi sono a favore del capitalismo naturale e compatibile. E’ un vero paradosso che i Verdi abbiano l’immagine di chi è contro l’economia, solo una inadeguata dirigenza politica ha potuto dare questa immagine dei Verdi : quelli del NO. Certo è più facile dire no che elaborare la fattibilità dei si. Si è fatta troppa confusione tra discorsi di prospettiva e gestione del presente, spesso i Verdi non hanno saputo esprimere una dirigenza politica ed amministrativa all’altezza. Fino all’ecatombe dei rifiuti di Napoli, vero simbolo della sconfitta dei Verdi. I Verdi hanno fallito sul piano del progetto politico e della capacità amministrativa, ma una politica verde è oggi più che mai necessaria. Non avere rappresentanti in Parlamento non è necessariamente un male se non per una questione simbolica, che ha però la sua grave importanza: un Parlamento privo dei Verdi è un Parlamento triste, ci riflette l’immagine di un popolo che non considera la questione ambientale come centrale per il suo futuro e questo ho i miei dubbi che sia vero, spero che non sia così, perché significherebbe che siamo diventati un paese vecchio non solo all’anagrafe, un paese alla deriva.
Oggi in Italia i Verdi devono domandarsi se esiste una loro base elettorale, chi sono gli elettori verdi. Io credo che se i Verdi sapranno interpretare i valori della economia sostenibile, della nonviolenza, dell’etica libertaria, del rispetto e della gentilezza, potranno ambire al voto ed alla partecipazione di quella cittadinanza competente e consapevole, dei “creativi culturali”, di coloro che reputano insufficiente la politica del Partito Democratico per produrre un cambio di rotta nell’economia e nei rapporti sociali capace di tracciare un percorso di emersione dalle crisi in atto.
Un partito Verde autorevole e aperto ai contributi ed ai meriti di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, alle associazioni ed organizzazioni dei cittadini, è una forza di progresso a cui non si può rinunciare a cuor leggero.
Entro il prossimo autunno, con l’avvicinarsi dei prossimi appuntamenti elettorali, sarà chiaro se i Verdi avranno un futuro in questo paese, quello che mi pare comunque più importante è che il nostro paese abbia un futuro verde.
mercoledì 21 maggio 2008
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