VERDI AL BIVIO DOPO LA SCONFITTA ELETTORALE DELLA SINISTRA L’ARCOBALENO.
L’elettorato ha bocciato oltre ogni previsione la proposta politica della “Sinistra L’Arcobaleno” . I partiti che hanno partecipato a questa avventura attraversano momenti difficilissimi e tra questi i Verdi stanno seriamente riflettendo sul futuro della loro formazione politica.
Partecipai alla fondazione della federazione delle liste verdi negli anni 86/87 ed alla sua storia che da movimento di pochi gruppi locali che lottavano per la tutela dei diritti e dell’ambiente, si trasformò pian piano in partito. Ho conosciuto personaggi straordinari nei Verdi dei primordi, persone di straordinaria levatura morale e culturale, erano i tempi del “solve et coagula” di Alex Langer e del motto “ Ne’ di destra, né di sinistra ma avanti!” Ancora i Verdi erano un movimento, senza tessere, con un’ esilissima struttura federale, con a capo un gruppo di coordinamento di undici persone ( più o meno uno a regione dove eravamo presenti), assemblee deliberanti con delegati di ogni gruppo locale, e la simpatia della gente dalla nostra parte.
Poi, pian piano, il demone del potere si impadronì anche di questo movimento, le assemblee dei delegati subivano le scorribande delle truppe camellate, l’ingresso di Dp e dei Radicali ( a loro volta fusi nei Verdi Arcobaleno) “politicizzò” oltre misura la federazione e la trasformò in partito con delegati regionali, lo spirito dei Verdi si snaturò gia allora all’assemblea di Trani nel giugno del 90.
Ho affetto verso questo partito ed ultimamente ero ritornato, dopo oltre 10 anni, per il lancio del “Patto per il Clima” e per la proposta energetica solare presentata con molta decisione in particolare in Calabria, a Crotone, la mia città.
L’idea della sinistra unita, che attraverso l’unione potesse anche rinnovarsi, a mio parere in senso ecologista e riformista, è stata uccisa sul nascere da questo risultato elettorale, ma in questi mesi si sono rafforzati legami, mischiati punti di vista, intrecciati rapporti ed amicizie, che è un peccato disperdere e gettare via. Ma lo tsunami elettorale costringe tutti i partiti di sinistra ed anche i Verdi a ripensare la loro identità. E l’identità dei Verdi si trova nel superamento delle ideologie del secolo scorso, si trova nell’incontro sulle “cose da fare”, i Verdi, chiusi in un cantuccio nell’estrema sinistra, sono inutili, ed è risultata suicida questa strategia degli ultimi anni che ha collocato i Verdi nella Sinistra Radicale. Quindi la mia proposta è per noi Verdi di ritornare alle origini, la questione ambientale è al di là degli schieramenti destra/sinistra, pur se siamo convintamene antifascisti e libertari. Questo significa anche scompaginare gli steccati delle alleanze ed adottare politiche riformiste e pragmatiche di raggiungimento dei migliori obiettivi concreti sulle tematiche ambientali.
La questione ecologica è la questione del futuro, dal piccolo problema locale della discarica e del fiume inquinato, al grande problema del riscaldamento globale e della fine dell’era dei combustibili fossili. Per affrontare questioni di tale portata non possiamo avere la puzza sotto il naso ideologica, e non possiamo permetterci superficialità, ignoranza ed arroganza come spesso la gestione Pecoraro ha dato immagine di sé. Questo piccolo partito ha senso se riparte con umiltà a selezionare la sua classe dirigente in modo adeguato, sostituendo l’attuale con persone competenti, appassionate e moralmente e culturalmente elevate. Riacquistare la stima e la simpatia della gente non sarà facile, ma oggi più che mai in Italia è necessario un partito ambientalista di massa, postideologico, moderato e riformista al tempo stesso, che sappia mettere al centro dell’agenda politica il futuro dei territori e della nostra avventura umana su questo pianeta.
Francesco Zurlo – portavoce Verdi Crotone 25/04/2008
domenica 4 maggio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento