mercoledì 21 gennaio 2009

IL TESTO DELLA PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO

PETIZIONE PER LA LESIONE DEL PRINCIPIO “CHI INQUINA PAGA” E DEL “DIRITTO DI PARTECIPAZIONE SULLE QUESTIONI AMBIENTALI” NELLA BONIFICA DEL SITO DI INTERESSE NAZIONALE DI CROTONE ”,
CONTRO IL D.L. 208/08 “CONDONO PER DANNO AMBIENTALE”


All’European Parliament
The President of the European Parliamentt
Rue Wiertz
B-1047 Brussels

La Gazzetta Ufficiale n. 13 del 16 gennaio 2002 riporta, il Decreto n. 468 del 18 settembre 2001"Regolamento recante: Programma Nazionale di bonifica e ripristino ambientale". Tra i siti d’interesse nazionale da bonificare è menzionato il sito denominato "Crotone-Cassano-Cerchiara" . L'allegato F del decreto riporta la scheda descrittiva del sito. La tipologia d'intervento riguarda due aree industriali, alcune discariche e la fascia costiera prospiciente, la zona industriale. Le aree oggetto di bonifica sono state sedi di rilevanti stoccaggi di rifiuti industriali, RSU,fanghi di depurazione,Si sospetta anche la presenza di rifiuti sanitari e pericolosi.
Le discariche (Tufolo e Farina) sono prive di presidi ambientali.
La zona demaniale è costituita dall'arenile prospiciente l'area industriale della società Pertusola e dell’ex società Montedison.Il tratto di costa è interessato da smaltimento di rifiuti industriali speciali e pericolosi (ferriti di zinco e cromo etc).Sull'area che ha una dimensione di 87.000 mq sono stati smaltiti circa 300.000 mc di rifiuti

Con successivo DM 26 novembre 2002 è stato individuato il perimetro del sito da bonificare ai sensi della legge n° 426/ 98

Nel 2002, a seguito dei poteri attribuiti dalle ordinanze al Commissario per l’Emergenza Ambientale nella Regione Calabria dal Governo, è stato richiesto di attivare le procedure per l’intervento in danno dell’azienda Syndial S.p.A. (società subentrante alla Società Pertusola Sud) ed ha affidato, tramite gara d'appalto, la realizzazione del progetto definitivo di bonifica dell’area ex Pertusola Sud. La società Syndial è di proprietà della ENI spa , il cui azionista di riferimento è il Ministero dell'Economia.

Dal Programma di Monitoraggio delle Acque del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, risulta che nel mare di Crotone, nel primo e nel secondo semestre del 2002, sono stati rilevati, rispettivamente, 33.360 mg/Kg ss e 29.704 microgrammi per chilo di arsenico, mentre nel secondo semestre 2003 il dato era di 39.557.Il valore limite è 12.000 mg/Kg ss
Visto il Principio di Partecipazione (Principio n. 10) della “ Dichiarazione sull’Ambiente e lo Sviluppo “ approvata alla Conferenza delle Nazioni Unite a Rio de Janeiro nel 1992, che afferma “ il modo migliore di trattare le questioni ambientali è quello di assicurare la partecipazione di tutti i cittadini interessati , ai diversi livelli.
Al livello nazionale, ciascun individuo avrà adeguato accesso alle informazioni concernenti l’ambiente in possesso delle pubbliche autorità, comprese le informazioni relative alle sostanze ed attività pericolose nella comunità, ed avrà la possibilità di partecipare ai processi decisionali.

Considerato che il V Programma d’Azione per l’ambiente , l’informazione e la partecipazione pubblica sono poste esplicitamente come elementi fondamentali per la sostenibilità

Il Principio di Partecipazione è stato riaffermato al par. 101 del Piano d’Azione del Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile tenutosi a Johannesburg nel 2002

la Convenzione d’Aarhus attuata con le direttive 2003/4/CE su accesso
all' informazione ambientale e la direttiva 2003/35/CE, sulla partecipazione e recepita dal nostro Paese con la legge 108/2001) . Il terzo pilastro della Convenzione d’Aarhus che è costituito dall’accesso alla giustizia ma , non ha trovato recepimento nel nostro Paese.

L’art 174 del Trattato di Amsterdam al comma 1 afferma che la politica della Comunità in materia ambientale contribuisce a perseguire i seguenti obiettivi:
- salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell'ambiente;
- protezione della salute umana;
- utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali;
e al comma 2: la politica della Comunità in materia ambientale mira a un elevato livello di tutela, tenendo conto della diversità del situazioni nelle varie regioni della Comunità. Essa è fondata sui principi della precauzione e dell'azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all'ambiente, nonché sul principio «chi inquina paga».

La Carta dei diritti fondamentali inserita nel Trattato di Lisbona e che configura una Europa più democratica e trasparente

la giurisprudenza della Corte Europea include nell'art 8 della Convenzione ,anche il diritto ad un ambiente salubre e dunque alla protezione dall'inquinamento campo dei diritti ambientali dell'uomo. La Commissione e la Corte hanno sempre più frequentemente considerato che l'art 8 della Convenzione, relativo al diritto al rispetto della vita privata e familiare , includesse il diritto ad un ambiente salubre , e dunque alla protezione contro l'inquinamento e i fattori di degrado. Il diritto a un ambiente salubre è stato sancito dalla Corte attraverso lo strumento degli obblighi positivi imposti agli Stati.(sentenza Camera _Belgio)

La Convenzione di Lugano sulla responsabilità per danni derivanti da attività pericolose per l'ambiente

Libro Verde della Commissione Europea in materia di responsabilità civile per danno all’ambiente (GUCE C/149 del 29 maggio 1993)

Libro Bianco sulla responsabilità ambientale del 9 febbraio 2000 , che ha aperto le consultazioni con l’industria e le organizzazioni non governative

Direttiva 2003/4/CE che prevede che gli Stati membri dovranno garantire a coloro che facciano valere un "interesse sufficiente" o, in alternativa , la violazione di un diritto ,l'esistenza di una procedura di ricorso , che deve essere giusta , equa,tempestiva e non eccessivamente onerosa , dinanzi ad un organo giurisdizionale o a un altro organo indipendente e imparziale , così da poter contestare la legittimità sostanziale e procedurale di decisioni , atti od omissioni soggetti alle disposizioni sulla partecipazione del pubblico stabilite dalla direttiva stessa

Direttiva 2003/35/CE che ha disciplinato la responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale , sulla base del principio "chi inquina paga".La direttiva è stata recepita nell'ordinamento attraverso il dlgs 152/2005

il Governo italiano ha approvato il decreto-legge n. 208 del 30 dicembre 2008 “ Misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente con il quale all'art 2 "danno ambientale" comma 1 , istituisce per gli interventi di bonifica dei siti inquinati la possibilità di "transazioni globali" per la quantificazione degli oneri di bonifica e di ripristino , nonché del danno ambientale e degli altri eventuali danni che lo Stato e gli Enti territoriali possono chiedere. Il comma 2 dello stesso articolo riconosce ad enti e soggetti interessati la possibilità di fare le osservazioni all'accordo transattivo, ma senza obbligo della risposta.

Appaiono lesi il principio di "chi inquina paga", il diritto di partecipazione e l’impossibilità d’accesso alla giustizia sulle questioni ambientali, nei termini previsti dalla direttiva 4 e 35 del 2003. Il principio "chi inquina paga" consente di prendere in considerazione i costi ambientali nello sviluppo dell'economia, inducendo gli inquinatori a ricercare produzioni meno inquinanti. L’inazione sulla bonifica e il rispristino dei luoghi, su "Pertusola" costituisce grave lesione delle norme comunitarie, sotto il profilo della tutela della salute e conservazione degli ecosistemi.
Rappresenta altresì grave alterazione dei meccanismi concorrenziali, considerato che
Il costo di bonifica inattuato da Syndial (Eni) rappresenta un’esternalità, che determina un’asimmetria competitiva sul mercato concorrenziale.

Per la lesioni delle norme del diritto comunitario e dei Principi del Trattato dell'Unione si richiede l'intervento della Commissione Petizioni , per le determinazioni conseguenti

Crotone 19.01.2009

FIRMA
ZURLO
FRANCESCO



FRANCESCATO
GRAZIA



TRICOLI
SANDRO



VENOSI
ERASMO

ED ALTRI

giovedì 15 gennaio 2009

CONFERENZA STAMPA GRAZIA FRANCESCATO A CROTONE

LUNEDI’ 19 GENNAIO NELLA SALA CONSILIARE ALLE ORE 15.


CONFERENZA STAMPA DI GRAZIA FRANCESCATO (PORTAVOCE NAZIONALE DEI VERDI) DI PRESENTAZIONE DELLA PETIZIONE POPOLARE AL PARLAMENTO EUROPEO PER IL CASO CROTONE E CONTRO IL D.L. 208/08 – PER LESIONE DEL PRINCIPIO “CHI INQUINA PAGA” E IL “ DIRITTO DI PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO IN MATERIA AMBIENTALE”

· Considerata la gravissima situazione ambientale di Crotone ed i reiterati ritardi ed anomalie della bonifica dei siti inquinati da Syndial ( ENI);
· Visto per ultimo l’approvazione del D.L. 208/08 che istituisce “la transazione globale” per danni ambientali nei siti di interesse nazionale, escludendo, di fatto, dal procedimento decisorio enti locali, associazioni e soggetti interessati.

I Verdi di Crotone ed il CO.VER. KR ( Comitato per la Vertenza Ambientale della provincia di Crotone) invitano le SS.VV. alla Conferenza Stampa di presentazione della petizione popolare in epigrafe.
Interverranno Grazia Francescato ( Portavoce Nazionale Verdi) , Erasmo Venosi (Comitato Nazionale Tecnico Scientifico Verdi), Francesco Zurlo ( Portavoce Verdi Crotone), Sandro Tricoli ( Presidente Co.Ver. Kr), rappresententanti istituzioni locali e comitati cittadini.
Cordiali saluti
Crotone 15.01.2009


Francesco Zurlo ( Portavoce Verdi Crotone)

Sandro Tricoli ( Presidente Co.Ver. Kr)


domenica 11 gennaio 2009

BONIFICA: ULTIMA TRUFFA

I Verdi di Crotone esprimono tutta la loro preoccupazione per il risultato dell’ultima conferenza dei servizi sulla bonifica di Crotone, risultato che giudicano dannoso per gli interessi del nostro territorio. In effetti si è solo deciso che Crotone avrà un’altra discarica di rifiuti tossici e nocivi di enormi dimensioni, punto.

Se a questo aggiungiamo la notizia che il Governo ha appena approvato un decreto legge, il 208/2008, che rappresenta un “condono tombale” ( nel decreto elegantemente ed ipocritamente denominato “transazione globale”) per chi deve pagare i danni delle bonifiche, la situazione si fa tragica. A decidere l’indennizzo per il nostro territorio saranno il Governo e Sindyal, ma Sindyal è in effetti, tramite ENI, controllata dal Governo stesso, quindi stiamo per essere, ancora una volta, presi in giro.

Siamo sinceramente dispiaciuti che la Regione Calabria abbia espresso un giudizio favorevole sugli esisti della Conferenza, dispiaciuti e delusi, soprattutto dall’assessore all’ambiente, in cui avevamo riposto speranza di riscatto per il nostro territorio martoriato.

Invitiamo le associazioni ed i comitati cittadini alla mobilitazione.

Esortiamo i nostri rappresentati locali, Sindaco e Presidente della Provincia, alla più grande perizia e determinazione nel perseguire una conclusione della vertenza dignitosa per la nostra comunità. Oggi bisogna dire, purtroppo, che questo risultato si è ancora più lontano.
Francesco Zurlo
Portavoce Verdi Crotone

giovedì 1 gennaio 2009

Bonifica: opportunità e pericoli

La nostra comunità è avvolta da una fitta nebbia depressiva, sembra che su Crotone ed i crotonesi si sia abbattuta una valanga di disgrazie e cattive notizie senza fine: mi permetto di dissentire e nonostante tutto sono convinto che per la nostra città si stiano aprendo nuove opportunità.
Finalmente il re è nudo. Il falso mito dell’industrialismo ad ogni costo è stato smascherato e scoprire i suoi nefasti danni rappresenta il primo necessario passo per costruire un futuro migliore. Per decenni le grandi fabbriche crotonesi hanno avvelenato l’ambiente ed attentato alla nostra salute nel silenzio assordante di quasi tutti. Quei pochi che denunciavano il delitto che si stava perpetrando venivano derisi e vilipesi. Oggi, per fortuna, non è più così. Chiunque abbia un minimo di istruzione e di cuore capisce che lo sviluppo contro la salute e l’ambiente non è vero sviluppo, che quella ricchezza non era vera ricchezza. Si può affermare che solo ora la nostra comunità esce dall’ignoranza, una ignoranza ostinata e cieca. E’ utile ricordare che fino a pochi anni fa quasi tutta la stampa, la classe dirigente politica e sindacale crotonese chiedeva a gran voce la Stoppani, e fu necessario un referendum per impedirne l’insediamento ! Oggi, per fortuna, non è più così. La stampa locale svolge un servizio di informazione puntuale sui disastri ecologici , i sindacati sono in prima linea nella difesa dell’ambiente, gran parte dei partiti di sinistra non si sognerebbe neppure di richiedere, per il nostro sviluppo, fabbriche pesanti ed inquinanti come la Pertusola, la Montecatini o la Cartiera, e, per ultimi, ma non in ordine di importanza, la magistratura e le forze dell’ordine stanno facendo un lavoro meritevole di tutta la nostra gratitudine per la repressione dei reati ambientali.
Quindi smettiamola col dire che si stava meglio prima, perché prima eravamo solo “fessi e contenti”. Ma non eravamo i soli ! Tutto il mondo aveva preso questo abbaglio, dappertutto l’industrialismo distruggeva il capitale naturale. A testimonianza di ciò basta scorrere l’elenco dei siti nazionali da bonificare: sarebbe grave credere che la nostra situazione sia la peggiore ( 2320 ettari da bonificare su un totale nazionale di 674.835), sarebbe un errore ed un falso. Il business delle bonifiche è proprio per questo uno dei più importanti e cospicui, come sanno bene gli ingegneri di Crotone che su questo hanno fatto un seminario apposito. Quindi è bene non perdere la testa e cercare di metter a profitto per la nostra comunità il sacrosanto indennizzo che verrà dalla bonifica, cercando di non incorrere in madornali errori, perché pericoli ce ne sono e non sono pochi. In primo luogo qui da noi c’è la ‘ndrangheta. Come sappiamo, la ‘ndrangheta non ha più la coppola ed i pantaloni di fustagno, ma è la prima impresa sul nostro territorio, con un apparato militare spietato, con una costellazione di aziende legali collaterali, con tentacoli nella politica e nelle istituzioni a tutti i livelli. E’ illusorio pensare che in un affare di centinaia di milioni di euro la ‘ndrangheta non voglia fare la parte del leone. Quindi la bonifica di Crotone richiede un impegno straordinario di tutto l’apparato di prevenzione, controllo e repressione dello Stato Italiano e la definitiva presa di distanza da parte delle istituzioni e associazioni imprenditoriali locali.
In secondo luogo non bisogna avere l’illusione che imprese e società improvvisate, cordate di faccendieri più o meno locali approntate all’ultimo o penultimo momento, possano gestire un affare di questa complessità e di queste proporzioni. Inutile dire bugie, non abbiamo le competenze necessarie, non siamo attrezzati né finanziariamente, né tecnologicamente, per essere il “core business” di questa operazione. Legittimamente a noi, alle nostre istituzioni, alla nostra comunità, ai comitati cittadini, spetta il controllo dell’indirizzo politico della bonifica, della sua coerenza con le linee di sviluppo locali, l’impegno ad assicurare la ricaduta occupazionale ed economica su Crotone ed il suo territorio, che potrà essere imponente. Come le grandi fabbriche avevano creato un indotto di molte piccole e medie imprese locali, così la bonifica dovrà fare altrettanto nei settori della chimica, della meccanica, dell’edilizia, dei trasporti e di quant’altro sarà pertinente ed utile.
Infine, è ora che si rifletta su un punto, e noi invitiamo tutti a farlo: un altro errore che dobbiamo evitare è quello di accettare a cuor leggero che tutto si riduca nello spostare di qualche chilometro tutta la schifezza ed i veleni del sito industriale, da Crotone a Giammiglione. La cura, in questo caso, potrebbe essere peggiore del male. Se bonifica deve essere non può significare spostare i rifiuti nello stesso territorio. I rifiuti devono andare altrove, solo così potremo dire di aver liberato il nostro territorio da questi veleni. Dove? Non lo so, ma ci verrebbe da dire di spostarli nella casa di chi ha inquinato! Esistono comunque luoghi già attrezzati in Italia e in Europa adatti ad accogliere rifiuti tossici e nocivi ed è lì che dovrebbero andare. Insomma, il business deve essere “ripulire”, non “fare altre discariche”. Una discarica di rifiuti tossici e nocivi, va da se che richiamerebbe rifiuti tossici e nocivi da ogni dove e saremmo punto e daccapo.
Insomma dalla bonifica può nascere nuovo lavoro e tanto, ma bisogna stare attenti e non deviare di un millimetro il timone dagli interessi generali del nostro territorio.
Francesco Zurlo
Portavoce Verdi Crotone